29 settembre 2011

Caro settembre...

Caro Settembre,
era un po' che volevo scriverti. E niente, così non va.
Tu sai quanto io ti sia affezionata, credo di avertelo dimostrato più volte (qui e qui, per esempio), ma quest'anno sei stato inutile e triste come un qualsiasi Febbraio, un Marzo, addirittura, un Agosto. 
Ecco, cominciamo proprio da qui, Agosto. Deve esserci stato qualche problema di comunicazione tra voi: non te l'ha detto che lui è l'ultimo mese dell'estate e tu invece dovresti traghettare le nostre anime accaldate e sudate sulla sponda di un fresco e rossastro autunno, mio dolce Caronte delle stagioni? Attenzione: sto parlando di me e te. Se tu altrove vuoi fare 30 gradi e regalare ascelle pezzate a piene mani, non ci sono problemi (anzi, posso darti il numero di alcuni amici twitteri che sarebbero ben lieti di trattenerti in queste condizioni ancora un po'). Però, Ciccio, qui siamo in Valle d'Aosta, quella che quando la nomini a qualcuno che abita più giù di Ivrea ti dice "Ah si, quella dove fa freddo" o "Ah ma voi lassù state sempre freschi". Glielo spieghi tu che non è vero? Vedi di darti una regolata.
Vogliamo parlare anche della sessione di esami? Vero: io ci metto del mio a complicarmi le cose iscrivendomi a due esami in un giorno solo, però tu non mi hai facilitato le cose con queste date tutte vicine e mille altri impegni, tutti nello stesso mese.
Poi vabbè, caro Settembre 2011, nel giro di due settimane ti sei portato via prima Lapino e poi il piccolo Cacao della mia amica Jo. Questo, senza scherzi, potevi davvero evitartelo.
Mancano circa 36 ore e poi arriva Ottobre: tu vedi di levarti dalle palle senza strascichi e ulteriori danni.
Con affetto,
Arianna.

11 settembre 2011

Riposati, piccola lince.

Il sole che scende dietro la montagna laggiù, l'erba troppo alta che sarebbe ormai da tagliare, il profumo del bucato steso al sole e lui.

Lapo nascosto là dietro, tra il pergolato e la siepe di papà, cerca l'ombra e rifugge le nostre chiacchiere. Un gatto guerriero, quasi una lince, abituato alla solitudine e a vagar sui tetti. Ma riconosce l'amore e, solo quando lui lo vuole, non disdegna il calore di una carezza. 

Lapo è cacciatore generoso: si sdebita con noi portandoci piccole lucertole e topolini. Si, ma non ora. La luce del tramonto vuol dire riposo. 

Lapo profuma di foglie, di legna, di prato. Gli occhi chiusi verso l'orizzonte, la linguetta di fuori, il pelo lucente. Lo guardi, ti guarda, non vorrebbe essere da nessun'altra parte.

Ed è lì che per me sempre sarà. Tutto il resto non conta, tutto il resto non voglio farlo contare. 
Ciao amore mio.

Iceland, part II

Una settimana di pausa per non farvi annoiare troppo. Ecco la seconda parte del nostro viaggio: ci trovate i fiordi orientali, l'interno dell'isola, cascate sempre e comunque, la lava che ribolle e la terra che fuma, i fiordi occidentali, la spiaggia di sabbia rossa, i pulcinella di mare e lo Snæffels, il vulcano da cui Jules Verne ha fatto partire il suo viaggio al centro della Terra.
Purtroppo in entrambi i video manca qualcosa: il verso dei gabbiani che faceva da sfondo ogni volta che ci avvicinavamo all'oceano; mancano i moscerini aggressivi in prossimità delle cascate: attratti dall'anidride carbonica si infilano in bocca e nel naso; manca il vento, impercettibile quando sei seduto in macchina, travolgente appena apri la portiera; manca l'odore fortissimo di zolfo; manca la sorpresa di uscire dal ristorante alle undici di sera e trovare sempre e comunque il sole (le foto intorno al minuto 9:14 e quelle del minuto 13). Manca forse quella sensazione, che non ti abbandona mai, di essere un ospite della Natura, ma anche parte di essa. La sensazione che non ti possa accadere nulla di male, perché anche un'eruzione vulcanica o uno smottamento geotermico fanno semplicemente parte del tutto. In Islanda potresti accostare la macchina e in qualunque posto rimanere per ore con lo sguardo perso a pensare a tutto e a non pensare a niente.



P.S. Negli ultimissimi fotogrammi dopo il "The End" c'è il piccolo Mao che ci da il bentornati a casa :)

3 settembre 2011

Finally, Iceland part I.

Ok, l'avevo promesso. E siccome lo so che non ci avete dormito la notte e mi dispiace, mi ci sono impegnata.
Questa è la prima parte del nostro viaggio di nozze. Il filmato intero dura più di 30 minuti e l'unico modo per caricarlo è dividerlo in due. Forse è anche meglio, così non vi annoierete tutto d'un colpo.
Le foto sono state scattate quasi tutte da Luca, il quale ha anche montato immagini e musica.
Ve la posso dire una cosa?
Riguardandolo adesso, a distanza di qualche settimana, mi viene da piangere e ripartirei subito. Ho sognato a lungo l'Islanda e come capita spesso in questi casi mi ero creata tante aspettative. Be', questo viaggio è stato molto di più di quanto potessi immaginare. Spero che questo video possa trasmettervi anche solo una piccola parte delle emozioni che questo posto ci ha regalato.
Enjoy!


Iceland, Part I from Arianna Riccio on Vimeo.

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